MONITORAGGIO E RICERCA

 

Le Aree Protette oggi svolgono diverse funzioni, garantiscono servizi alla collettività, sono elementi di valorizzazione ed attrazione turistica dei territori in cui si trovano, tuttavia non va dimenticato che la motivazione fondante della loro esistenza è la tutela della biodiversità presente.
Tutela che non può essere nè statica nè fatta di divieti, ma dinamica e costruita sul come fare le cose, diventando “laboratorio” di un’altra economia, del “fare” e “costruire” Comunità concrete, tenendo al centro, non dimenticando (e non subordinando), la necessità, l’obbligo e il dovere di mantenere i livelli di biodiversità, come specie e habitat, ma anche come servizi ecosistemici.
Questo è ciò che ci chiedeono il Pianeta in cui viviamo e le future generazioni, come questo è ciò che ci dice la scienza, IPCC in testa, questo è ciò che ha stabilito l’Unione Europea.
Per quanto attiene la conservazione di specie e habitat le Normative di riferimento sono la Direttiva Habitat (Dir. 1992/43/CEE) e la Direttiva Uccelli (Dir. 2009/147/CE) che danno origine alla Rete Natura 2000, ovvero un insieme di aree denominate Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.), Zone Speciali di Conservazione (Z.S.C.) e Zone di Protezione Speciale (Z.P.S.), le quali costituiscono i nodi in cui sono presenti specie e habitat che l’Unione Europea ha inteso proteggere in relazione alle evidenze scientifiche sulla loro fragilità, sulla loro rarità o importanza dal punto di vista conservazionistico a livello continentale o mondiale.
Pertanto fondamentale e centrale nella gestione delle Aree Protette deve essere il monitoraggio scientifico di specie e habitat, poichè da questo, se fatto con costanza e anno per anno, si riesce a capire la bontà delle azioni di conservazione poste in essere dalle aree protette. Il monitoraggio insieme alla ricerca scientifica ci danno la possibilità di capire e interpretare ciò che accade in Natura, i cambiamenti e i problemi, lo stato generale dell’ambiente in cui viviamo, il grado di inquinamento, l’incidenza dei vari fattori di pressione e degli stress dovuti alla presenza dell’uomo e/o delle sue attività sugli equilibri naturali, sui servizi ecosistemici e sulla vita delle altre specie, protette e non, che vivono insieme a noi questo Pianeta.
Solo avendo dati scientificamente validi riusciamo a comprendere i fenomeni alle diverse scale (locale, regionale, nazionale e mondiale), a individuare le azioni e le politiche conseguenti che hanno importanza per la nostra salute e per la nostra economia, oltre che per la biodiversità (o almeno così dovrebbe essere).
Anche se le risorse economiche messe a disposizione dalla Regione Abruzzo e dagli Enti locali non riescono a coprire le attività di monitoraggio e ricerca scientifica necessarie, all’interno delle nostre Oasi WWF e delle Riserve in cui lo IAAP è presente, riusciamo a essere attivi grazie alla collaborazione con le Università, le Associazioni Scientifiche e il supporto dei volontari che ci aiutano in questa azione fondamentale per la tutela della biodiversità e della Natura e nell’organizzazione di corsi e laboratori per diffondere la conoscenza e la capacità di leggere la Natura promuovendo la diffusione della citizen science.

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Tre ragazze che studiano al computer e una in primo piano che sorride alla telecamera
Due membri dello IAAP monitorano il territorio delle aree protette, una montagna innevata gli fa da sfondo